La legionella e la responsabilità del progettista: ecco i rischi e come evitarli.

Dopo i recenti casi di Brescia e di Bresso (nel milanese), è tornato pesantemente d’attualità il fenomeno della legionella, un’infezione che si contrae per via respiratoria mediante l’inalazione di goccioline che contengono il microrganismo batterico.

SagiCofim, in qualità di fornitore di prodotti legati alla qualità dell’aria, è da sempre attenta alla prevenzione della contaminazione aerosospesa, fornendo ai suoi clienti tutte le informazioni necessarie per evitare la generazione e la diffusione dei contaminanti attraverso gli impianti di condizionamento dell’aria.

Approfondiamo l’argomento con l’aiuto di Cristian Rossi, che in SagiCofim si occupa di ricerca e sviluppo nella settore della filtrazione dedicata alla qualità dell’aria.

 

Ci racconta in breve cos’è la legionella e come si contrae?

Con il nome di legionella si identifica un gruppo di batteri di circa 44 specie, suddivise in 70 sierogruppi. Circa la metà di queste specie risultano patogene ed in particolare la legionella pneumophila di sierogruppo 1 e 6 è quella maggiormente implicata nella patologia umana.

La legionella si può manifestare sia in forma di polmonite, sia in forma febbrile extrapolmonare, con tasso di mortalità variabile tra 10-15%.

Il batterio è presente a basse concentrazioni sia negli ambienti acquatici naturali che in quelli artificiali, prolifera e si porta a concentrazioni elevate in sistemi idrici artificiali che non siano adeguatamente progettati, realizzati e mantenuti.

 

Cosa c’entra la legionella con i sistemi di condizionamento dell’aria?

Gli impianti di condizionamento centralizzati diffondono l’aria all’interno dell’edificio e, se non filtrata opportunamente, diffondono il cosiddetto Aerosol, ovvero sostanze aerodisperse contenenti batteri dispersi in goccioline d’acqua di piccole dimensioni nella corrente d’aria. Ed è proprio dalla nebulizzazione di aria contaminata che la legionella si propaga facilmente negli ambienti.

In fase di progettazione di un impianto di condizionamento il progettista termotecnico, deve porre attenzione a tutta una serie di precauzioni per evitare la diffusione della legionella all’interno degli ambienti, e soprattutto proteggere le persone da eventuali fonti di contaminazione esterna, portatrici del batterio. I rischi sono altissimi e le conseguenze possono essere letali.

 

In che modo SagiCofim aiuta le aziende ad evitare il contagio?

Il ruolo di SagiCofim è di aiutare i Clienti ad implementare nell’impianto di condizionamento gli accorgimenti utili per evitare la contaminazione particellare e microbiologica con la diffusione di microrganismi come la legionella.

Grazie ad un know-how acquisito in anni di esperienza sul campo, siamo in grado di collaborare attivamente con progettisti e manutentori, suggerendo loro i migliori strumenti allo scopo di eseguire al meglio il proprio lavoro senza incorrere nei rischi sopracitati.

Ci rivolgiamo in particolare alle aziende sanitarie, farmaceutiche, alimentari e al settore dell’hotellerie, ovvero in tutti quegli ambiti in cui la sicurezza va tassativamente garantita con un’immissione di aria sempre pulita e decontaminata.

Il primo consiglio è di fare particolare attenzione alla zona di presa dell’aria che dovrà essere immessa negli ambienti, evitando che venga aspirata dove è palese la presenza di elementi contaminanti, come per esempio le espulsioni delle torri evaporative in cui è facile l’accrescimento microbiologico della legionella.

Ma ciò non è così semplice come sembra, perché a volte gli impianti sono vecchi o hanno subito interventi di manutenzione che pongono vincoli di posizionamento dell’aspirazione dell’aria o molto più semplicemente si presta poca attenzione. Capita spesso, infatti, di trovare l’aspirazione della macchina di trattamento esattamente dove c’è una torre che diffonde in aria un pericolosissimo aerosol di acqua, che una volta aspirato diventa sostanza contaminante per le persone che la respirano.

Per evitare che ciò accada, è indispensabile che le unità di trattamento dell’aria siano munite di sistemi di filtrazione che impediscano l’arrivo del contaminante dall’esterno. SagiCofim suggerisce di utilizzare, come primo elemento filtrante a protezione della macchina, appositi filtri per la ventilazione dotati di un’efficienza ePM1 55% (F7 EN 779) secondo UNI EN ISO 16890, in grado di captare fino all’ 80% delle particelle con dimensioni superiori ad 1 µm, tra cui quelle che contengono il microrganismo della legionella.

 

Quali altre operazioni è consigliabile effettuare?

Per evitare la generazione della contaminazione, ricordiamo che all’interno di ciascuna unità di trattamento c’è una sezione definita di “umidificazione” che serve a portare l’umidità relativa (UR) in ambiente ai valori necessari al mantenimento del comfort termo-igrometrico negli ambienti.

Questa funzione, cioè l’incremento dell’umidità dell’aria, si può ottenere sia isotermicamente, con sistemi che iniettano nell’aria vapore prodotto dall’ebollizione dell’acqua, sia adiabaticamente, grazie all’evaporazione spontanea di acqua portata a contatto con l’aria stessa.

Il processo di umidificazione isotermica consiste nell’immissione diretta di vapore generato localmente e immesso nell’unità di trattamento. L’acqua, impiegata per l’evaporazione, deve essere pulita ed è necessario assicurarsi che il vapore acqueo sia distribuito in modo corretto per evitare la creazione di condensa sulle pareti di canali e all’interno dei condizionatori d’aria.

L’alternativa consiste nell’immissione di acqua nebulizzata che, a contatto con il flusso d’aria, vaporizza; è bene quindi evitare che il flusso d’aria trascini queste particelle liquide nell’impianto e soprattutto che l’acqua impiegata sia sporca o contaminata microbiologicamente.

Con questa tecnica di umidificazione, per evitare il trascinamento a valle di gocce d’acqua non evaporata, è necessario inserire nell’unità di trattamento un separatore di gocce, che fermi almeno le più corpose.

Riteniamo peraltro opportuno evidenziare che, in ambito ospedaliero per la ventilazione del blocco operatorio e locali annessi, la norma uni 11425:2011 richiede unicamente l’utilizzo di vapore pulito, generato con acqua non contaminata batteriologicamente e chimicamente.

Nel caso non fosse possibile procedere con queste accortezze, bisogna necessariamente agire diversamente cercando di fermare tutto quello che viene generato all’interno dell’unità di trattamento aria. Solitamente per far ciò si utilizza un filtro terminale applicato all’interno della macchina che viene situato a valle il ventilatore in modo che tutto ciò che viene prodotto prima del filtro venga captato. E’ indispensabile che questo filtro abbia un’efficienza ePM1 85% (F9 EN 779) in grado di rimuovere il 95% del particolato con dimensione superiore ad 1 µm.

 

Quali sono le parti dell’impianto che più di altre necessitano di ripetuti controlli?

Sicuramente le prese d’aria esterna, la sezione di umidificazione e quella filtrante.

Le prese d’aria esterna, se poste su pareti verticali e non protette, devono essere dimensionate per velocità non superiori a 2 m/s e devono essere dotate di efficaci sistemi per evitare che l’acqua penetri al loro interno.

Inoltre occorre che siano ubicate ad idonee distanze (distanza minima 20 metri, preferibilmente superiore ai 50 metri o ancora superiore in presenza di venti prevalenti) da camini e da altre fonti di emissione di aria potenzialmente contaminata.

Nella sezione di umidificazione si deve periodicamente verificare che non si verifichino ristagni di condensa; deve essere pulita e decontaminata.

La sezione filtrante deve essere accuratamente pulita e non deve essere presente ruggine, i filtri devono essere regolarmente sostituiti, nel rispetto delle specifiche fornite dal costruttore.

Si consiglia di installare filtri di classe ePM1 55% (F7 EN 779) a monte delle unità di trattamento dell’aria e ulteriori filtri di ePM1 85% (F9 EN 779) a valle di dette unità, e comunque a valle degli eventuali silenziatori. Sui sistemi di ripresa dell’aria è utile installare filtri almeno di pari classe.

È necessario controllare frequentemente lo stato di efficienza dei filtri (misura della pressione differenziale, tempo di esercizio), e si raccomanda il periodico ricambio dei stessi, nel rispetto delle specifiche fornite dal costruttore.

Infine ricordo che il manutentore ha l’obbligo di conservare inalterate le caratteristiche funzionali degli impianti di condizionamento dell’aria.

 

Nei prossimi numeri di On-Air torneremo a parlare di sicurezza dell’aria e nello specifico di infezioni nosocomiali e Cross Contamination, un argomento in cui SagiCofim è particolarmente attiva.

Da un’indagine statistica del 2015, emerge infatti che ci sono più morti in sale operatorie per infezioni nosocomiali che in incidenti stradali.

Ecco perché è importante la sanificazione dell’ambiente!

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