ASHRAE: la salute come priorità

In occasione dell’ultimo convegno ASHRAE svoltosi a giugno 2019 a Kansas City l’associazione americana ha annunciato di aver intrapreso una serie di iniziative aventi lo scopo di includere anche la salute delle persone tra i parametri fondamentali per valutare le prestazioni degli edifici.

La più significativa è costituita dalla costituzione di un gruppo multidisciplinare dedicato proprio alla salute e al benessere (Multi-disciplinary Task Group for Health and Wellness in the Built Environment). Il gruppo riunisce esperti provenienti non solo dai diversi comitati di ASHRAE ma anche da altri ambiti, quali architettura (AIA), medicina e ricerca (CDC), università (Harvard), green building (USGBC) e industria (Google). L’obiettivo è quello di rinforzare e ampliare i rapporti in modo da condividere i risultati di ricerche ed esperienze sul campo, che dovranno essere recepiti in standard, pubblicazioni e buone pratiche di progettazione, installazione e gestione.

Quello della salute e della IAQ è un aspetto fondamentale dato che trascorriamo circa il 90% del nostro tempo all’interno di edifici dove abitiamo o lavoriamo.

Se si considera il problema dal punto di vista economico, una ricerca eseguita nel 2005 ha rivelato che il fatto di consentire agli occupanti di controllare la IAQ dell’ambiente di lavoro può portare ad una riduzione fino al 60% delle assenze per malattia e un aumento della produttività di circa il 6,5%. Un altro studio del 2009 ha calcolato che per un’azienda americana con 100 dipendenti il costo annuale di 5 giorni di malattia per dipendente è pari a circa 120 mila dollari.

Comprendere in che modo l’ambiente interno contribuisce a garantire condizioni di salute è perfettamente coerente con la missione di ASHRAE: “Promuovere le arti e le scienze del riscaldamento, ventilazione, condizionamento dell’aria e refrigerazione per servire l’umanità e promuovere un mondo sostenibile”.

Quello che sta compiendo l’associazione americana è sicuramente un grande passo avanti, ma aggiungere il parametro “salute” alle tradizionali metriche utilizzate nel settore della climatizzazione, relative al benessere e all’energia, rappresenta un cambiamento di non facile attuazione.

Quali sono gli ostacoli e le ripercussioni che ASHRAE potrebbe incontrare? In primo luogo la definizione di salute al di fuori del contesto ospedaliero non è mai stata concordata. Si tratta semplicemente dell’assenza di malattie o qualcosa di più generale? Inoltre, come verrà misurata e valutata questa condizione da parte dei tecnici e dei responsabili del settore delle costruzioni? Infine, dal punto di vista operativo sarà necessario sviluppare un nuovo modus operandi che consenta a ingegneri e architetti di confrontarsi e dialogare con medici e ricercatori, rispettando le profonde differenze culturali.

L’aspetto più delicato è però quello relativo alle possibili conseguenze legali conseguenti alla raccolta di dati per lo sviluppo di standard destinati a garantire la salute delle persone. Da questo punto di vista l’ASHRAE potrebbe imparare da quanto avvenuto in campo medico. Nel 1999 l’Istituto di Medicina americano pubblicò una ricerca chiamata To err is human (Errare è umano) con l’obiettivo di rompere il silenzio sull’enorme numero di pazienti ospedalizzati danneggiati da errori medici. Allo scopo di comprendere meglio e prevenire questi errori gli ospedali iniziarono a registrarne le cause, ma purtroppo questo lavoro subì un brusco rallentamento quando gli studi legali impegnati in contenziosi legati a errori medici cominciarono a chiedere agli ospedali la divulgazione dei registri.

Per incoraggiare le strutture ospedaliere a proseguire la ricerca e la segnalazione degli errori, nel 2005 è stata approvata la legge sulla sicurezza dei pazienti e il miglioramento della qualità che ha istituito una rete di organizzazioni e un database nazionale e che prevede la protezione della privacy dei dati dei pazienti raccolti nell’ambito delle attività svolte dagli ospedali per valutare e risolvere i problemi relativi alla salute. Grazie a questo provvedimento i dati raccolti per ridurre gli errori medici continuano ad essere esenti da esposizione al rischio legale. Questo è un esempio di legislazione che potrebbe fornire la necessaria protezione legale per iniziative come quelle che verranno intraprese dalla Task Force dell’ASHRAE.

Nonostante gli ostacoli sopra enunciati, l’opportunità di comprendere e ridurre le cause di malattie collegate agli edifici (e agli impianti) non può essere persa, dato che infezioni, allergie e disturbi respiratori legate al particolato e ad altri inquinanti presenti negli ambienti confinati continuano a causare un tributo molto grande (e ancora sottovalutato) alla vita umana e all’economia.

Siamo ancora agli inizi ma l’ASHRAE merita di ricevere le più vive congratulazioni e un grande sostegno per questa iniziativa. Che andrebbe subito adottata anche nel nostro paese.

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