GUERRA TRA I SESSI PER IL TERMOSTATO

Negli Stati Uniti è ormai diventato un tormentone: sulla scia del movimento #MeToo, le donne al lavoro, in particolare le Top Manager, stanno combattendo una battaglia per conquistare un maggiore potere …. sui termostati ambiente!

Come molti sanno per esperienza diretta, in America sono considerate ottimali in estate temperature di 20-21 °C che non sono gradite alle donne, le quali rappresentano la maggioranza della forza lavoro negli uffici direzionali e che quindi hanno deciso di alzare la voce.

Per supportare la loro crociata è stata ampiamente pubblicizzata una ricerca scientifica che ha rivelato come i famosi studi di Fanger sul comfort, che hanno portato allo sviluppo degli indici PMV e PPD e a definire i valori ottimali di temperatura ambiente, fossero basati su un tasso metabolico (MET) tipico di un uomo di 40 anni e 70 kg, che quindi non riflette la realtà di molti uffici. Altre ricerche effettuate su un campione di uomini e donne hanno invece concluso che il valore di MET delle donne è inferiore a quello degli uomini e che il numero di insoddisfatte è effettivamente maggiore. I difensori delle teorie di Fanger sostengono tuttavia che la “colpa” non sia del metabolismo bensì dell’abbigliamento più leggero indossato dalle donne in estate.

Per fortuna nei mesi caldi nel nostro paese il termostato è solitamente impostato su valori superiori (24-25°C) ma i problemi sono gli stessi. Quando arriva l’estate, negli ambienti open-space inizia la lotta tra i sessi.

Tale tema ha suscitato interesse anche in occasione dello scorso 51° Convegno Internazionale dell’Associazione AiCARR dal titolo “Aspetti umani e comportamentali nella prestazione energetica degli edifici”, tenutosi a Venezia all’Isola di San Servolo il 20-22 Febbraio u.s.

È probabile (e auspicabile) che nei prossimi anni il benessere negli ambienti di lavoro diventerà un fattore sempre più importante anche dal punto di vista economico, visti gli effetti sulla produttività. È quindi fondamentale affrontare questo problema, che finora è stato invece trattato soltanto alla stregua di una barzelletta.

Prendersela con il termostato non è la soluzione. Chiedere alle donne di coprirsi di più nemmeno, e neppure sembra fattibile per un progettista (o un gestore) calcolare la temperatura ottimale tenendo conto del numero di uomini e donne presenti negli uffici (e della loro età).  Piuttosto bisogna puntare decisamente verso soluzioni più evolute per il controllo del microclima, come i sistemi radianti, le travi fredde e i diffusori ad elevata induzione, che si sono dimostrate in grado di garantire le condizioni di benessere. Solo così si potrà forse trovare un buon compromesso e arrivare ad un armistizio tra i sessi…quanto meno su questo argomento!

 

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