Il delicato equilibrio che salva le opere d’arte

Il controllo dell’umidità relativa è determinante per mantenere il delicato equilibrio che salva le opere d’arte dal biodeterioramento; il controllo microclimatico riveste particolare interesse per i Conservatori dei musei. Parametri ambientali come temperatura, umidità relativa, radiazioni elettromagnetiche e qualità dell’aria all’interno delle sale espositive, dei depositi, delle vetrine, come dei contenitori per il trasporto possono innescare o aggravare processi di degrado attraverso meccanismi di tipo chimico, fisico o biologico.

Tutte le opere d’arte infatti sono sottoposte a un degrado continuo che varia in base ai materiali di cui sono composti. Legno, tela, carta e pergamena sono materiali “vivi” e possono subire modificazioni importanti se non vengono conservate in ambienti in cui la temperatura e l’umidità dell’aria rimangono entro parametri ben definiti e in maniera stabile nel tempo.

“Molti materiali, finiture e arredi presenti nei musei sono igroscopici: assorbono, trattengono e in parte rilasciano l’umidità assorbita. Bassi livelli di umidità relativa causano danni costosi ai materiali poiché quando i materiali igroscopici si asciugano, poi si restringono. Ma altrettanto grave è la situazione che si verifica a causa di un eccesso di umidità”, spiega l’Ingegner Romano Magistrelli, coordinatore del settore umidificazione dell’aria di SagiCofim.

Gli effetti collaterali che si verificano all’interno dei musei a causa di uno squilibrio dell’umidità relativa sono sostanzialmente di tre tipi: “Il cambiamento della forma e delle dimensioni che ha come conseguenza lo spostamento delle giunzioni, la scissione e rottura delle fibre, la delaminazione, la perdita di materiale superficiale e screpolature”, precisa Magistrelli. “Altre reazioni si verificano a livello chimico, come la corrosione dei metalli, lo sbiadimento dei colori, l’opacizzazione del vetro, la cristallizzazione e la perdita dei sali, l’ingiallimento o peggio la disintegrazione della carta. Infine, quando l’umidità relativa sale al di sopra del 70%, abbiamo la crescita di batteri e muffe dovute a biodeterioramento”.

Mantenere costante il microclima di un ambiente come quello interno di un museo è un’attività complessa che deve tener conto di numerosi fattori a partire dall’analisi del materiale in cui è composto l’edificio, l’epoca storica, il tipo di rivestimento dell’edificio (leggero, medio o pesante, isolato, non isolato e così via), la sua permeabilità all’aria e naturalmente le variazioni delle condizioni ambientali esterne.

Il controllo completo dei valori di temperatura e umidità relativa dell’aria indoor è possibile mediante l’impiego di impianti di climatizzazione specifici, che rappresentano inoltre l’unico provvedimento efficace per il controllo degli inquinanti negli ambienti museali.

“Un corretto controllo dell’umidità relativa in ambiente riduce le screpolature, le deformazioni e il restringimento delle opere. Inoltre abbassa la carica elettrostatica e quindi diminuisce il deposito di polvere”, continua Magistrelli. “Senza calcolare che il controllo dell’umidità migliora il comfort per i visitatori ma soprattutto del personale che lavora nel museo”.

“Le soluzioni SagiCofim con i sistemi di umidificazione DriSteem permettono di mantenere un livello di umidità relativa costante tutto l’anno, riducendo la possibilità di danni irreparabili a importanti manufatti storici e artistici”, aggiunge Magistrelli.

“La nostra azienda ha studiato la miglior soluzione per la salvaguardia di capolavori come l’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci, conservata nel refettorio accanto alla Basilica di Santa Maria delle Grazie a Milano; ma anche di strutture complesse come la Pinacoteca di Brera, il Teatro la Scala con il suo museo. La soluzione più recente riguarda il Museo di Palazzo della Fraternita di Arezzo dove l’analisi accurata dell’edificio e una progettazione attenta hanno permesso di risolvere il problema della mancanza di ventilazione meccanica, situazione che non permetteva di controllare l’umidità relativa nelle sale espositive”.

 

 

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