Indoor Air Quality: quanto conta l’umidificazione?

Sentiamo spesso parlare di benessere microclimatico e comfort ambientale senza sapere esattamente di che cosa si tratta. Per il ministero della salute queste due definizioni si riferiscono alla condizione in cui l’aria, all’interno di un edificio, viene percepita come ottimale sia dal punto di vista delle qualità chimiche (quindi ben diversa da quella che si respira nelle metropoli) che fisiche, cioè temperatura, umidità e ventilazione.

Le condizioni microclimatiche ideali tengono conto in particolare di queste tre caratteristiche: la temperatura, l’umidità relativa e la velocità dell’aria ed è l’equilibrio tra questi valori (diversi a seconda della stagione) ad assicurare il massimo comfort. Oggi, tutti i componenti tecnologici utilizzati negli impianti di climatizzazione interagiscono tra loro per il raggiungimento della qualità ambientale e l’impiego di questi prodotti è ormai parte integrante della progettazione e realizzazione degli edifici chiusi. Il risultato è un’aria interna filtrata, umidificata o deumidificata a seconda delle necessità, riscaldata o raffreddata, immessa in ambiente con corretti valori di velocità e rumorosità.

Una delle caratteristiche su cui vogliamo porre l’attenzione oggi è il concetto di umidità relativa perché spesso si tende erroneamente a credere che solo l’eccesso di umidità rappresenti un problema, non solo per il comfort, ma soprattutto per la salute. In realtà è vero anche il contrario.

Sul binomio umidificazione-salute abbiamo rivolto alcune domande all’Ing. Romano Magistrelli che per oltre 30 anni ha seguito l’evoluzione tecnica e normativa per SagiCofim.

Quali sono gli effetti della scarsa umidità ambientale sulla salute e sul benessere?
“Già dalla metà degli anni 80, gli studi di settore avevano messo in evidenza che il 50% dei problemi di salute era causato da umidità ambiente insufficiente o umidificazione non corretta e addirittura l’80 % di questi era causato da una umidità relativa inferiore al 30%.
Un corretto livello di umidità varia tra il 40 ed il 60% a seconda che sia estate o inverno. Studi internazionali dimostrano che quando il valore rimane all’interno di questa forbice, i problemi alle vie respiratorie, le forme allergiche e le riniti sono minimi. Mentre man mano ci avviciniamo ai valori esterni aumentano batteri, virus, funghi e di conseguenza le malattie delle vie respiratorie in genere”.

Dunque la corretta umidità dell’aria è una garanzia per la nostra salute?
“Gli impianti di umidificazione generano “Indoor Air Quality”, quindi sono a tutti gli effetti strumenti che migliorano la qualità della vita durante il lavoro, durante il tempo libero e nella vita in comunità. A condizione però che vengano attentamente progettate, correttamente installate ed accuratamente manutenute altrimenti possono causare danni seri alla salute”.

Per quale ragione gli impianti di umidificazione possono diventare pericolosi per la salute?
“I microrganismi patogeni, la Legionella per esempio, possono popolare l’acqua utilizzata negli impianti di umidificazione e tendono a riprodursi con grande facilità con temperature superiori ai 20°C, mentre temperature oltre i 70° C sono in grado di ucciderli. Questi microrganismi possono essere veicolati all’interno di altre parti dell’impianto di climatizzazione (i diffusori d’aria, per esempio) per poi arrivare negli ambienti. Le procedure che contrastano la moltiplicazione e la diffusione della Legionella e di altri microrganismi devono essere attentamente considerate e messe in atto durante le fasi di progettazione, di installazione, di funzionamento e di manutenzione”.

Perché SagiCofim propone l’umidificazione a vapore?
“Perché è quella più impiegata nelle applicazioni civili e industriali, dove sono richieste caratteristiche di sicurezza, precisione di controllo e facilità di manutenzione.
La produzione del vapore può avvenire grazie a umidificatori autonomi, a resistenza o a elettrodi, oppure si può utilizzare vapore vivo, in pressione. In entrambi i casi il vapore necessario viene distribuito attraverso le centrali di trattamento d’aria o nei condotti degli impianti di distribuzione dell’aria ai locali”.

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