Non più solo passiva, ma anche attiva. Ecco la protezione più sicura contro gli incendi

Il modo più efficace per combattere un incendio è evitare che accada.

Sembra un’ovvietà, ma questa regola, apparentemente dettata solo dal buon senso, è in realtà una delle più importanti e difficili da realizzare.

“Il punto è che, quando parliamo di incendi, non esiste il rischio zero. Quindi è necessario mettere in atto tutti gli accorgimenti utili a evitare che insorga e a limitarne le conseguenze”, dice l’Ing. Romano Magistrelli, che per SagiCofim coordina le attività relative allo sviluppo della protezione in caso di incendio.

“Se fino a qualche anno fa eravamo concentrati sulla resistenza passiva alle fiamme, mettendo in campo tutti gli elementi necessari a fronteggiarle, ma subendone comunque la forza devastante, da qualche anno, la nostra visione è completamente cambiata”, spiega. “Oggi puntiamo sulla protezione attiva, una strategia che permette di intervenire fin dalle prime fasi dell’incendio, utilizzando sistemi complessi che permettono di garantire meglio la protezione delle persone che occupano i locali, dei beni e delle squadre di intervento”.

Il moderno cambio di visione nella prevenzione incendi voluto da SagiCofim segue l’evoluzione di un’azienda che ha fatto dell’innovazione la propria mission e che mette al primo posto la sicurezza e la salvaguardia della salute. Valore che SagiCofim persegue in tutti gli ambiti di competenza, dalla filtrazione dell’aria all’umidificazione, in particolare nella lotta alla legionella, come nell’utilizzo di fibre minerali sicure in campo acustico.

Ma, in pratica, che cosa significa protezione attiva? Quali sono gli elementi che fanno davvero la differenza?

La cosa più importante è essere tempestivi. Non appena si innesca il focolaio il sistema reagisce e permette di controllare lo sviluppo delle fiamme del calore e dei fumi “in primis” facendo in modo che vengano convogliati verso l’esterno.

“Non dimentichiamoci che il 35-40% delle vittime di un incendio perde la vita a causa dei fumi, e di queste oltre il 65% muore in locali diversi da quelli in cui si sviluppa il focolaio dell’incendio; quindi bisogna evitare che si propaghino le fiamme, ma bisogna avere anche la garanzia che le vie di esodo siano sgombre da fumo e gas tossici per permettere agli occupanti di abbandonare in sicurezza l’edificio e dare il tempo ai soccorritori di raggiungere in sicurezza l’origine dell’incendio”, precisa Magistrelli.

Agire precocemente in caso di incendio significa affidarsi a tecnologie all’avanguardia capaci di mettere i sistemi in grado di colloquiare e interagire in funzione dello scenario che, di volta in volta, si presenta. Un’attività che, negli edifici più complessi, è molto articolata perché il fuoco può innescarsi praticamente ovunque: nella centrale termica, nella mensa, in un magazzino, in un ufficio, in qualunque locale.

Per l’elevato grado di complessità dei sistemi sono richieste competenze specifiche, soprattutto per le responsabilità che comporta lo sviluppo di progetti che hanno al centro la protezione della vita delle persone.

Non solo: la quantità di norme e linee guida europee non ancora conosciute e utilizzate nel nostro Paese in questi ultimi anni, non ha permesso il diffondersi di un sapere condiviso, efficace e chiaro. Proprio per questo SagiCofim collabora con numerose associazioni che operano in differenti settori ( AiCARR, ASCCA , A.I.I.S.A. e CTI ),  compreso l’ambito della prevenzione incendi in cui affianca ANACE (Associazione Nazionale Antincendio e Controllo Evacuazione del fumo) nella formazione e divulgazione di una nuova cultura impiantistica che garantisca l’incolumità delle persone e la tutela dei beni e dell’ambiente.

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