La scelta dei terminali ambiente per il benessere e la salute

L’esperienza Covid-19 ha messo in discussione anche il modo con il quale dovremo, nel prossimo futuro, concepire e progettare l’ambiente ufficio. Oltre all’impiego di nuove soluzioni per l’organizzazione degli spazi, con una riduzione degli indici di affollamento per favorire il distanziamento sociale, diventerà ancor più importante prevedere sistemi di climatizzazione e ventilazione in grado di garantire non solo le condizioni ottimali di benessere ma anche, e soprattutto, la salute degli occupanti.

Purtroppo è arcinoto agli addetti ai lavori che uno dei punti deboli degli impianti HVAC è rappresentato dalla non corretta manutenzione dei terminali installati negli ambienti, che diventano così, troppo spesso, una fonte di proliferazione e di diffusione di batteri e virus. In particolare, filtri e bacinelle di raccolta della condensa dei fan-coil costituiscono i componenti che presentano i maggiori rischi dal punto di vista igienico in quanto, a causa degli elevati costi, gli interventi di ispezione e pulizia sono spesso eseguiti con una frequenza e un’accuratezza non adeguate a garantire la necessaria IAQ.

Esiste una soluzione al problema? Si potrebbe essere portati a cedere alla tentazione di continuare a utilizzare i fan-coil aggiungendo lampade germicide oppure filtri elettrostatici. In realtà queste opzioni possono provocare un danno ancora maggiore in quanto, a prescindere dall’efficacia di questi sistemi, tutta da dimostrare, il loro impiego può indurre a pensare che la manutenzione non sia più necessaria. Nulla di più errato! A prescindere dal tipo di filtro che si intende utilizzare, i fan-coil restano una tipologia di terminale che presenta elevati oneri di gestione.

Per risolvere definitivamente il problema negli uffici di nuova costruzione l’unica soluzione nell’adottare terminali di tipo innovativo che siano in grado di garantire un’elevata IAQ proprio grazie al fatto di essere “a manutenzione zero”. Ma esistono davvero questi terminali e quali sono?

Una tipologia da anni presente nel catalogo SagiCofim è costituita dai terminali integrati ad effetto radiante. Si tratta di elementi da installare a filo del controsoffitto costituiti dalla combinazione di una piastra in estruso di alluminio, attivata da tubazioni percorse da acqua refrigerata, con un diffusore lineare ad alta induzione. L’aria ambiente che subisce l’effetto di induzione lambisce la superficie esterna della piastra radiante e si raffredda per effetto convettivo.

In termini di potenza specifica di raffreddamento (W/m²), questi terminali presentano le medesime prestazioni delle travi fredde tradizionali, alle quali possono in qualche modo essere paragonati dato che si sviluppano in lunghezza.

In realtà, una più attenta analisi permette di cogliere alcune differenze fondamentali, al punto da renderli più simili a un’altra tipologia di terminali proposta da SagiCofim, quella delle vele ibride.

In primo luogo il principio di funzionamento non prevede alcun ricircolo dell’aria ambiente attraverso una batteria alettata. Ciò spiega il motivo per cui è possibile considerare questi terminali a manutenzione zero, a differenza delle travi fredde tradizionali che devono invece essere sottoposte a periodici interventi di ispezione e pulizia della batteria: questa, non essendo protetta da un filtro e essendo costituita da un pacco di alette poste a distanza ravvicinata, può infatti trattenere polvere e contaminanti presenti nel flusso d’aria ricircolata.

Un’altra differenza è costituita dalla modalità di immissione dell’aria. Il diffusore lineare ad alta induzione consente di immettere aria a 14 °C, quindi con un differenziale di ben 12 K rispetto all’ambiente mantenuto a 26 °C, contro gli 8 K delle travi fredde tradizionali. Queste ultime, infatti, immettono aria per effetto Coanda e ciò richiede una temperatura dell’aria primaria non inferiore a 18 °C altrimenti si verifica la caduta d’aria fredda.

L’immissione di aria a 14 °C presenta due importanti vantaggi: un maggiore contributo di raffreddamento e l’eliminazione del postriscaldamento dell’aria primaria.

Ma i vantaggi garantiti dal diffusore lineare ad alta induzione non finiscono qui. Esso consente infatti di ridurre la portata dell’aria immessa fino al 30% del valore di progetto senza provocare cadute d’aria fredda. Questo aspetto è di fondamentale importanza per gli impianti concepiti per funzionare con portata variabile (VAV) sia negli uffici open-space, caratterizzati da indici di affollamento spesso inferiori al previsto (come probabilmente avverrà nel periodo post-Covid), sia nelle sale riunioni, dove questi terminali integrati possono quindi essere installati con successo.

Last but not least, sono da considerare gli aspetti legati all’installazione e all’estetica. Le dimensioni sono molto compatte, sia in altezza (145 mm contro i 200 di una trave fredda tradizionale) sia in larghezza (300 mm contro 600). Inoltre non vi sono limiti allo sviluppo in lunghezza dato che gli attacchi dei diffusori lineari sono laterali e non frontali. Ciò consente di garantire un elevato livello di creatività per quanto riguarda l’interior design dello spazio uffici, anche grazie all’aspetto estetico high-tech dei terminali.

 

Due progetti londinesi

Tutte queste caratteristiche sono state considerate nel momento della scelta della tipologia di terminale ottimale da utilizzare in due progetti per uffici di diversa natura realizzati di recente a Londra.

Il primo è quello del nuovo quartier generale londinese della famosa banca d’affari Morgan Stanley situato al 25 di Cabot Square nel distretto Canary Wharf. L’obiettivo della società è stato quello di realizzare spazi caratterizzati da alti livelli in termini di interior design, flessibilità e benessere con varie destinazioni d’uso: sale riunioni, sale conferenza, sale di formazione, spazi break e per banchetti. Con ambienti aventi carichi frigoriferi molto diversi, compresi tra 45 e 170 W/m², questo obiettivo ha rappresentato una vera e propria sfida per trovare un tipo di terminale in grado di soddisfare sia i livelli di comfort, con un valore di PPD inferiore al 5% secondo la norma ISO EN 7730, sia i requisiti architettonici. La scelta è caduta su questo tipo di terminali, in grado di essere integrati in vari tipi di materiale utilizzato per i controsoffitti (cartongesso, metallo e legno), grazie alla possibilità di essere dotati di finiture in colori, quali Bianco RAL 9016, Beige perlato RAL 1035, come pure Grigio marrone RAL 8019 e Pantone 7463 per gli ambienti con controsoffitto in legno, e RAL 5001, ovvero il blu Morgan Stanley, per le aree specialistiche.

 

Il secondo progetto è quello dello Steward Building, un edificio realizzato per essere affittato a diversi tenant, che rappresenta un nuovo landmark che collega il cuore creativo di Londra con la città. Progettato dagli architetti Allford Hall Monaghan Morris, l’edificio si trova infatti a Spitalfields, un quartiere dove convivono affari e creatività e dove un ricco patrimonio storico dialoga con nuove costruzioni.

Lo Steward Building gode inoltre del vantaggio di ottimi collegamenti di trasporto. Con una camminata di tre minuti si arriva infatti in uno dei principali hub di trasporto di Londra, la Liverpool Street Station, dalla quale è possibile accedere alla rete metropolitana, al sistema ferroviario nazionale e dal 2018 anche alla Crossrail.

Le terrazze dell’edificio offrono una fantastica vista sulle affollate strade sottostanti. Il progetto rappresenta un ottimo esempio di combinazione tra stile contemporaneo e tradizionale, e ciò si esprime in modo particolare nella reception caratterizzata dall’uso di mattoni a vista, pavimenti in legno e soffitti dotati di lucernari. Dall’esterno la facciata in vetro offre una vista di sicuro impatto verso l’interno. L’edificio offre circa 4500 metri quadrati di spazi per uffici dal design pulito con una grande quantità di luce naturale, terrazze sul tetto al 5° e 6° livello con scala di collegamento, e 38 posti per biciclette.

Il progetto dell’impianto di climatizzazione si basa su terminali integrati ad effetto radiante, con batterie di postriscaldamento sui canali dell’aria primaria che garantiscono una regolazione di zona. Complessivamente la lunghezza dei terminali installati è risultata superiore a 1000 metri.

La regolazione è effettuata su moduli perimetrali aventi larghezza di 6 metri e profondità di 4,5 metri, mentre per il controllo delle zone interne ogni gruppo di terminali serve una superficie di circa 50 m².

Le travi sono collegate ad un sistema BMS che può essere implementato con sonde locali a parete o termostati regolabili dall’utente in caso di richiesta da parte dei futuri tenant nell’ambito di interventi di fit-out.

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