Diffusione a regola d’arte per nuovi spazi museali

Patrimonio mondiale dell’UNESCO dal 1999 e una delle attrazioni turistiche della capitale tedesca, l’Isola dei Musei di Berlino è un grande complesso formato da 5 edifici costruiti in epoca prussiana.  Uno di questi è il Pergamon Museum di Berlino, uno dei più importanti musei archeologici del mondo, attualmente in fase di totale ristrutturazione con riapertura prevista per il 2025. Per il nuovo impianto che dovrà garantire il controllo delle condizioni ambientali sono stati utilizzati i diffusori d’aria prodotti da Kiefer, da sempre rappresenta in Italia da SagiCofim. Analoga scelta è stata fatta per un nuovo edificio multifunzionale inaugurato nel 2019, la James Simon Galerie.

Il Museo di Pergamo

Costruito tra il 1910 e il 1930 e visitato ogni anno da circa 850.000 persone, il Pergamon Museum di Berlino è uno dei più importanti musei archeologici tedeschi e del mondo. Situato nella Museuminsel (l’Isola dei Musei) sul fiume Sprea, esso prende il nome dall’antica città ellenistica di Pergamo in Anatolia (l’attuale Turchia) dalla quale provengono la maggior parte dei reperti in esposizione.

L’Isola dei Musei di Berlino è la grande area museale complesso formata da 5 edifici costruiti in epoca prussiana (Pergamon, Neues e Altes Museum, Bode Museum e Alte Nationalgalerie), e dal 1999 è patrimonio mondiale dell’UNESCO e una delle attrazioni turistiche della capitale tedesca.

Attualmente il Pergamon Museum è in fase di completa ristrutturazione ed è visitabile la sola ala sud. Iniziato nel 2013, il progetto viene realizzato sezione per sezione, tenendo conto dell’interesse storico dell’edificio e quindi dei relativi vincoli monumentali. La completa riapertura è prevista per il 2025.

Per il nuovo impianto che dovrà garantire il controllo delle condizioni ambientali sono stati scelti i diffusori d’aria prodotti da Kiefer, da sempre rappresenta in Italia da SagiCofim. La società tedesca è ormai diventata il punto di riferimento per il progetto di importanti edifici pubblici nella capitale tedesca, avendo contribuito alla realizzazione del Neues Museum, del palazzo della Cancelleria Federale e della biblioteca della Humboldt University.

La scelta dei prodotti Kiefer per questi progetti si spiega con la grande esperienza sviluppata negli anni e nella continua capacità sia di innovare sia di soddisfare le particolari esigenze estetiche di studi di architettura di livello internazionale, come ad esempio il Louvre Abu Dhabi progettato da Jean Nouvel.

Anche nel caso del Pergamon Museum la riqualificazione del sistema di trattamento e diffusione dell’aria è risultata particolarmente sfidante e ha richiesto un’intensa collaborazione tra architetti e ingegneri del clima durante le varie fasi di concept, progettazione e realizzazione. A seguito di un dialogo intenso e costruttivo, il design team ha deciso di utilizzare per l’immissione dell’aria i diffusori lineari INDUL.

La ragione di scelta è da ricercare non solo nel basso impatto estetico, ma anche nelle particolari caratteristiche funzionali. Ad esempio, l’immissione di un getto d’aria libero impedisce l’accumulo di sporcizia lungo il diffusore e ciò consente di mantenere i soffitti privi di polvere. Inoltre, il rapporto di induzione estremamente elevato assicura un funzionamento senza correnti fastidiose anche con temperature dell’aria di mandata molto basse. Suddivisa in singoli getti d’aria millimetrici, l’aria di mandata viene convogliata negli ambienti con un angolo di 45 gradi, in modo alternato in due diverse direzioni e questo consente di creare un’atmosfera gradevole nelle sale espositive a temperatura controllata, senza correnti d’aria percepibili.

Per ottenere un design estetico dei soffitti, i diffusori lineari INDUL possono essere facilmente integrati in tutti gli elementi di giunzione di un controsoffitto. Al Pergamon Museum sono stati posizionati con precisione intorno al bordo del soffitto illuminato, di conseguenza risultano praticamente invisibili e soddisfano gli elevati requisiti architettonici. Poiché il livello di installazione del sistema di diffusione dell’aria è diverso da quello del soffitto illuminato, per i plenum è stato necessario sviluppare uno speciale disegno in modo da risparmiare spazio in questa particolare configurazione di montaggio.

Per impedire il movimento degli arazzi che sono esposti alle pareti in alcune stanze, è stato inoltre necessario trovare un compromesso tra la quantità di moto richiesta per l’aria di mandata attraverso i diffusori lineari, la quantità di moto direzionale e l’esigenza di una rapida riduzione della velocità dell’aria.

Il design riverberante di alcune sale espositive ha infine reso ancora più complessa la progettazione. Il valore di riferimento per il tempo di riverbero medio nei nuovi edifici museali è di circa 1,5 secondi. Durante la fase di progettazione, i risultati delle misurazioni acustiche e delle simulazioni hanno fornito un tempo di riverbero reale stimato in 3-8 secondi per ogni stanza. Ciò ha richiesto che le soluzioni di trattamento dell’aria esistenti venissero riprogettate.

Grazie a un’accurata pianificazione delle fasi di progetto e di costruzione, all’inizio del 2020 sono iniziati i lavori per la ristrutturazione della Telephos Hall e attualmente il resto della riqualificazione sta procedendo stanza per stanza.

Il museo sarà dotato di una nuova costruzione che verrà realizzata nel cortile antistante l’edificio principale con funzione di ingresso principale e di accesso alla futura Passeggiata Archeologica, conosciuta come il “Tempietto”, questa costruzione in acciaio e vetro costituisce un’interpretazione contemporanea del classico portale d’ingresso. Con un design quasi completamente trasparente, l’unica soluzione per la diffusione del flusso d’aria è stata quella di utilizzare il pavimento nel quale sono stati integrati diffusori speciali basati sul modello a dislocamento INDUQUELL DIV.

I diffusori sono collocati lungo il perimetro fuori dalla vista dei visitatori nascosti dietro una griglia in ghisa alta circa 40 cm. La geometria del diffusore e le caratteristiche dell’aria di mandata sono state adeguate per tenere conto della presenza della griglia e sono state calibrate in fase di progettazione. Con i sistemi ad aria a dislocamento l’aria di mandata viene immessa in modo soft e con bassa turbolenza. I vantaggi di questo sistema sono le basse velocità e il funzionamento silenzioso. Il flusso d’aria a dislocamento crea un profilo di temperatura che aumenta con l’altezza e consente di immettere l’aria direttamente nella zona occupata dai visitatori, garantendo quindi un’elevata IAQ. Grazie all’elevata differenza di temperatura, fino a 8 K, i diffusori a dislocamento presentano inoltre un’elevata resa frigorifera e sono efficienti dal punto di vista energetico.

La James Simon Galerie

Nel luglio 2019, dieci anni dopo l’inizio della sua costruzione, questo nuovo capolavoro architettonico progettato da David Chipperfield ha aperto le sue porte alla presenza del Cancelliere tedesco. Situato nel cuore della Museumsinsel (Isola dei musei), l’edificio multifunzionale prende il nome da James Simon, grande mecenate d’arte di inizio Novecento, e sorge nello spazio un tempo occupato dal Neuer Packhof, demolito nel 1938.  Esso funge da galleria d’ingresso centrale per tutto il complesso museale, visitato da 3 milioni di persone all’anno, e contiene un auditorium, un caffè/ristorante, il bookshop, il guardaroba e spazi per mostre temporanee e speciali, oltre a costituire il nuovo collegamento con gli edifici del Neues Museum e del Pergamonmuseum.

Il design elegante e contemporaneo dell’architettura ha richiesto un’integrazione del nuovo edificio multifunzionale contemporaneo nel complesso storico esistente. Secondo David Chipperfield, le nuove e sottili colonne in cemento rappresentano una reinterpretazione della passeggiata del colonnato dell’architetto Friedrich August Stüler, che collega il Neues Museum con la vicina Alte Nationalgalerie. La monumentale scalinata esterna della James-Simon-Galerie è invece un riferimento alla scalinata di Karl Friedrich Schinkel che porta all’Altes Museum.

Il design degli interni colpisce con il suo stile minimalista caratterizzato da pareti in cemento a vista e materiali sofisticati di alta qualità come bronzo patinato, lastre di marmo di Thassos e noce francese. Su una superficie di 4600 metri quadrati distribuiti su tre piani, il design gioca con le diverse altezze delle stanze, in modo che l’esperienza dei visitatori dello spazio cambi continuamente.

Per il controllo climatico del foyer di ingresso è stato previsto un sistema di distribuzione dell’aria suddiviso in due diverse zone. Posti paralleli alla scala che porta al bookshop, il sistema di diffusori lineari INDUL AV 45 è stato integrato nell’elegante parete in legno. Ciò garantisce una distribuzione uniforme dell’aria priva di correnti e quindi un comfort ottimale per visitatori e personale del museo. Per il flusso d’aria nella zona della reception, è stato invece adottato un sistema di diffusione a parete INDULSNAP V45 integrato dietro il bancone del centro visitatori, del tutto invisibile in quanto posto nella parte superiore della parete in boiserie. La linea continua dei diffusori è interrotta solo nell’area della parete multimediale, mentre la struttura della parete in legno funge da plenum per l’aria di mandata. I diffusori sono installati con una leggera inclinazione per garantire la corretta direzione del flusso dell’aria di mandata nell’ambiente.

Le origini della conservazione museale

Le esigenze riguardanti le condizioni ambientali ideali per i diversi oggetti e manufatti conservati negli ambienti museali sono spesso contrastanti tra loro e non sempre compatibili con il benessere delle persone e degli addetti alla conservazione e alla sorveglianza. È necessario pertanto adottare gli opportuni compromessi, garantendo nel contempo il contenimento dei costi d’investimento e di gestione.

Il criterio fondamentale consiste nel mantenimento di condizioni il più possibile costanti 24 ore al giorno e nel corso di tutto l’anno, nonché uniformi nello spazio, indipendentemente dalle variazioni climatiche esterne e dei carichi interni. I beni conservati si possono adattare infatti anche a condizioni non ottimali, ma non tollerano una brusca variazione dei parametri microclimatici.

[/vc_column_text]

Dalla metà del XX secolo lo standard accettato tra i conservatori museali per il microclima ambientale è sempre stato quello di mantenere le gallerie a 21 °C (più o meno 2 K) con il 50% di umidità (con una tolleranza del 5%). La definizione di queste condizioni come quelle ottimali per la conservazione trae le sue origini da un episodio della seconda guerra mondiale, quando la maggior parte delle opere d’arte dalla National Gallery di Londra vennero trasferite nelle caverne di ardesia del Galles per proteggerle dai saccheggi e dai bombardamenti. Quando esse furono riportate a Londra alle fine della guerra, si scoprì che si trovavano in ottime condizioni. Prima di allora i musei non erano dotati di sistemi per il controllo climatico e i conservatori erano costretti a restaurare continuamente i dipinti a causa dei danni provocati dalle variazioni di umidità. All’improvviso nacque così la scienza della conservazione museale e vennero adottate universalmente per le gallerie espositive le condizioni ambientali tipiche di queste caverne.

La prima istituzione museale ad adottare un approccio meno stringente sul controllo dei parametri ambientali è stato lo Smithsonian Institution di Washington che negli anni ’90 decise di seguire un metodo basato sulla stagionalità, con condizioni più fredde e secche in inverno e più calde e umide in estate. Il rilevante risparmio ottenuto sui costi gestionali ha fatto sì che da allora molti direttori di musei prendessero in considerazione l’adozione di set point stagionali ovvero non fissi ma variabili in base alle condizioni esterne.

Le più recenti linee guida dell’International Institute for Conservation of Historic and Artistic Works (IIC) prescrivono una temperatura compresa tra 15 e 25 °C, con una fluttuazione massima di 4 K su 24 ore, e un’umidità relativa compresa tra 40 e 50% con una fluttuazione massima del 5%.

Per la progettazione dell’impianto di climatizzazione di uno spazio museale è necessario in ogni caso raccogliere informazioni dettagliate sulla disposizione permanente o temporanea delle opere nelle varie sale e nei depositi, in modo da determinare le condizioni microclimatiche più appropriate da mantenere in ogni ambiente.

(tratto da “La climatizzazione sostenibile” di Luca Stefanutti, editore Tecniche Nuove)

Condizioni generali di vendita

Condizioni generali di acquisto